Parrebbe che proprio dalle ‘maniglie dell’amore’, ovvero quei famigerati e antiestetici accumuli di adipe sui fianchi, possa arrivare in futuro una cura per il diabete.
L’esperimento
Alcuni studiosi svizzeri, dell’ ETH Zurich’s Department of Biosystems Science and Engineering, sono riusciti a isolare delle cellule staminali dal tessuto adiposo di una persona di cinquantanni, e con una ‘riprogrammazione’ genetica a farle maturare, ottenendo una linea di cellule coltivate in laboratorio, del tutto simili alle ‘cellule beta’ che si trovano nel pancreas; cioè le cellule che producono l’insulina e che giocano un ruolo essenziale nella malattia.
In presenza di glucosio, infatti, le ‘cellule beta riprogrammate’, tramite l’utilizzo di u vero e proprio “software genetico” (alle staminali è stata aggiunta una sequenza sintetica e complessa di geni) producono l’ormone insulina, proprio come quelle naturali, anche se in quantità inferiore. I risultati del lavoro sono stati descritti sulla rivista Nature Communications. Gli studiosi sperano ora di verificare a breve gli effetti concreti di questo procedimento, in cui le cellule beta sono state coltivate, impiantandole in un paziente diabetico.